martedì 24 maggio 2011


MURGIA SOTTO TIRO IL PAESAGGIO STRAVOLTO
Operazione «Ventus» riparte il processo
Sotto accusa gli imprenditori del settore energia eolica
di Cosimo Forina
SPINAZZOLA.
Riparte oggi, martedì 24 maggio, nella sezione distaccata del Tribunale di Trani, a Canosa, uno dei processi che ha avuto enorme risonanza nazionale: quello sull’eolico, scaturito dall’operazione denominata “Ventus ” condotta dal Comando Stazione Forestale Parco dell’Alta Murgia di Gravina. Sul banco degli imputati Josef Gostner, legale rappresentante della società proprietaria e committente; Michele Manca Di Villahermosa, legale rappresentante dell’Associazione Temporanea d’Imprese, esecutrice dei lavori (Manca Spa e Siemens Spa); Francesco Ramundo, legale rappresentante della Ramundo Engineering srl di Spinazzola (impresa subappaltatrice delle opere), Michele Greco, direttore dei lavori e Vito Barile, anch’e gli direttore dei lavori per opere complementari dell’impianto. La vicenda dell’eolico sulla Murgia è approdata anche nello spettacolo «Ora ci tocca anche Vittorio Sgarbi», andato in onda mercoledì scorso su Raiuno. L’accusa nel processo che riprende oggi è quella di aver costruito in aree protette Parco, zone Zps-Sic: una sottostazione nel territorio di Spinazzola in cui far convogliare la corrente prodotta dai pali eolici istallati a Minervino Murge, cavidotti, strade e buche dove istallare le torri smembra paesaggio, realizzate nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Quest’ultimo danno, quello delle buche, ha visto gli imputati procedere al ripristino in accordo con l’Ente Parco che nel processo si è costituito con il Ministero dell’Ambiente parte civile. L’importanza dell’operazione “Ventus” va ben oltre i capi d’accusa a cui devono rispondere gli incriminati nel processo pendente a Canosa perché dalle informative del Comando Forestale di Gravina sono scaturiti altri fascicoli inerenti tutti i pali eolici istallati sulla Murgia o da istallarsi a ridosso di questa, tanto nel Tribunale di Trani pm Giuseppe Maralfa che in quello di Bari pm Renato Nitti. Al vaglio degli inquirenti il deturpamento delle bellezze naturali ambientali, il dettaglio sulla correttezza degli atti autorizzativi per la realizzazione di impianti eolici e presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nelle gestione di energie rinnovabili nel territorio murgiano. Queste ultime indagine che mantengono il pieno riserbo sono state affidate alla Guardia di Finanza. Al vaglio dei finanzieri non solo la normativa sulla valutazione d’incidenza ambientale, ma anche le partecipazioni societarie di alcune imprese che gestiscono pale eoliche in zone protette. Le indagini riguarderebbero gli atti di autorizzazione degli impianti, se fosse stata necessaria oppure no la valutazione di incidenza ambientale da parte della Regione, oltre che il parere del Parco. L’operazione “Ventus ” per la sua complessità è finita nel manuale di tecnica di Polizia Giudiziaria Ambientale scritto dal giudice Maurizio Santoloci, così come nel rapporto ecomafie redatto proprio da Legambiente nel 2009 e come vedremo in diverse interrogazioni parlamentari.
I RETROSCENA DEL GRANDE AFFARE DELLA COSIDDETTA «GREEN ECONOMY»
Quel filo rosso che collega Murgia, Sicilia e Sardegna
Quel filo rosso che unisce la Murgia, la Sicilia e la Sardegna. A collegare l’operazione “Ventus” murgiana all’operazione “Eolo” siciliana di Mazara del Vallo vi sono almeno due interrogazioni parlamentari presentate dell’Italia dei Valori, on. Pierfelice Zazzera più altri, partito dell’attuale assessore all’ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, governatore della Puglia Nichi Vendola. Gli interroganti ricostruivano richiamando l’attenzione del Governo che tra gli imprenditori arrestati a Mazzara del Vallo vi era anche l’ex funzionario Cgil, noto tra Spinazzola e Minervino Murge nel gergo della “Green Economy ” uno “sviluppatore ” di impianti di energie alternative, tale Luigi Franzinelli. Con questi venivano arrestati in Sicilia il consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino ( Forza Italia), Giovan Battista Agate, con precedenti, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della «Sud Wind srl», è di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando auto a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja ha condannato Franzinelli a 2 anni con rito abbreviato. Il suo nome compare anche nell’inchiesta dell’eolico in Sardegna che ha visto coinvolto dirigenti nazionali del Pdl nonché il presidente di quella regione Cappellacci . Indagine che ha anche svelato gli affari della P3 con interessi del faccendiere Flavio Carboni. Nel “Question Time” in cui l’Idv con riferimento all’inchiesta “Ventus ”condotta dal Comando Forestale di Gravina e all’inchiesta “Eolo” di Mazzara del Vallo interrogava sull’eolico siciliano e pugliese rispondeva il ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito: «Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico». «Le prime tre procure – riferiva il ministro Vito – hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo». Alla già sconcertante situazione pugliese, da alcuni mesi si sono aggiunte le rivelazioni dell’on. Beppe Pisanu presidente della Commissione antimafia, recepite dallo stesso Nichi Vendola, con le quali si è confermato la presenza di un inquietante giro d’affari nelle rinnovabili pugliesi.

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